Fase 2: le richieste dei locali bellunesi

Una missiva indirizzata al sindaco Jacopo Massaro, al consiglio comunale e per conoscenza, ai parlamentari e ai consiglieri regionali bellunesi. In questo modo un centinaio di esercenti nel settore del bar e della ristorazione, hanno manifestato pubblicamente la propria preoccupazione, dovuta al prolungamento dello stop sino al 1 giugno. Dopo essersi confrontati tra loro, chiedono così un importante contributo al comune di Belluno, in modo da tentare di salvare le rispettive attività. “Molti di noi”, si legge nella lettera, “pensano di non riuscire a sopportare le forti contrazioni del settore, in aggiunta al già lungo stop”.I dubbi riguardante le riaperture tra l’altro non mancano. Gli esercenti si domandano come potrà un bar lavorare senza bancone e con i tavoli a distanza di due metri. E soprattutto, chi mai frequenterà un luogo destinato alla convivialità ma nel quale ad accoglierlo vi sarà il personale con guanti e mascherina. “C’è chi sa considerando di non riaprire affatto”, sottolineano i titolari di bar e ristoranti, “mentre gli altri si vedono di fronte alla prospettiva mortificante e agghiacciante di lavorare in perdita per un anno almeno”. Così la richiesta al comune di Belluno è di cancellare per il 2020 tasse ed imposte Comunali. “Non domandiamo contributi a fondo perduto”, concludono gli esercenti, “ma almeno di non tassarci. In questo modo possiamo arginare l’emorragia di aziende e di posti di lavoro a cui rischiamo di assistere”.

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