Le misure precauzionali per il coronavirus rimangono in vigore, il tavolo salta: ennesima doccia fredda per sindacati e lavoratori di Acc Wanbao, con l’annullamento dell’incontro al Mise già fissato. I dirigenti della multinazionale rimarranno in Cina, i sindacalisti a Belluno, gli attori istituzionali nei loro uffici ad affrontare altre partite. Tramontata anche l’ipotesi di una riunione in teleconferenza. Ormai siamo alle battute finali dell’esperienza cinese, con i vertici di Wanbao che sarebbero pronti a depositare tutte le garanzie necessarie per passare alla fase commissariale. Nella prima settimana di marzo, infatti, dovrebbe essere dichiarato lo stato di insolvenza, che aprirebbe la porta al commissariamento giudiziale e poi a quello straordinario. L’obiettivo finale è la vendita a una nuova proprietà, passaggio delicato già affrontato qualche anno fa a chiusura dell’esperienza della “vecchia” Acc e il subentro della multinazionale cinese. Era il 2014, la prospettiva era quella di un rilancio guidato dall’innovazione. Ad oggi, ci sono 290 lavoratori, con un’età media piuttosto alta, che attendono per l’ennesima volta buone notizie per il futuro.