Prolungamento autostradale: cosa dice la Convenzione delle Alpi

L’autostrada va prolungata oppure no? E soprattutto, il progetto si può fare? Sul tema dell’estensione dell’A27 verso l’Austria si sono scontrate le sensibilità di ambientalisti e imprenditori, si è divisa la politica locale in occasione delle elezioni provinciali, si sono interrogati sindacati e privati cittadini. Ad oggi, chi arriva a Pian di Vedoia prosegue su viabilità ordinaria, la stessa che porta, attraverso San Candido, fino al confine. Nel dibattito ultradecennale, però, si inserisce la Convenzione delle Alpi, l’accordo firmato nel 1991 a Salisburgo da tutti i Paesi dell’arco alpino insieme all’allora Comunità europea. Il documento delinea strategie, limiti e obiettivi per uno sviluppo delle aree montane che sia compatibile con la tutela dell’ambiente e allo stesso tempo con le necessità economiche delle varie realtà. Articolo 11, dedicato al trasporto su strada: “Le Parti contraenti si astengono dalla costruzione di nuove strade di grande comunicazione per il trasporto transalpino”. Una pietra tombale sul prolungamento dell’A27? A dire il vero, ci sono alcune eccezioni ammesse, ma sono meno perentorie. Un’autostrada si può fare se concorrono alcune caratteristiche. Uno: si adottano meccanismi di precauzione o compensazione, da analizzare con una valutazione di impatto ambientale. Due: i bisogni trasportistici non possono essere soddisfatti con altra infrastruttura, treno in primis. Tre: il progetto è economico, i rischi sono controllabili e l’esito della valutazione dell’impatto ambientale è positivo. Quattro: il progetto non entra in conflitto con i piani di assetto territoriale e altri obiettivi di sviluppo sostenibile. Le possibilità di prolungamento esistono, quindi, ma sono vincolate a un principio di prudenza che si nutre di documenti e ragioni oggettive. La Convenzione delle Alpi, però, punta molto sulla riduzione del trasporto merci su terra a favore dei movimenti via mare (che ovviamente coinvolgono soltanto Italia, Francia e Slovenia) e su rotaia. Il tunnel di base del Brennero va proprio in questa direzione e lancia l’asse ferroviario Verona-Monaco per il trasporto delle merci.

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